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giovedì 26 ottobre 2017

Non sempre l'aumento di una tassa è una ingiustizia

Riflessioni sull’aumento della Tassa sul suolo pubblico nella parte più pregevole del centro storico: E’ innegabile che il Turismo a Lucca sia fonte decisiva di ricchezza ed è altrettanto vero che lo sia ancor di più per Bar, Pizzerie, Ristorazione, posti nel quadrilatero più centrale della città. 
E’ lampante che eventi essenziali per la promozione, come Summer e Comics, favoriscono sempre più questi esercizi e aiutano poco la restante parte del commercio.
E’ evidente poi, che  una parte della città soffre durante questi eventi per i disagi che vi sono.
Nessuno dubbio sull’utilità di questi eventi, ma che occorra un riequilibrio nel centro storico aggredito da una ristorazione di bassa qualità con una miriade di soggetti spesso impropri, con uno brutto e sciatto disordine nell’arredo urbano. 
La Giunta Tambellini, a mio parere, dovrebbe chiamare la città tutta ad una riflessione sul centro-storico, su quale Turismo vogliamo incoraggiare, quale difesa fare delle nostre tradizioni culturali ed anche enogastronomicche che tanto hanno contato e contano nello sviluppo del turismo a Lucca. 
Credo che questi grandissimi eventi, formidabile quello degli Stones, debbono essere episodi eccezionali in una programmazione culturale che veda molteplici sfaccettature di cui Lucca è ricca, privilegiando, per il futuro, eventi da spalmare anche in bassa stagione e che non ricerchino presenze numeriche assurde concentrate in poche ore, di una sola notte. 
Da questa riflessione pubblica credo uscirebbe la consapevolezza di tutti che occorre essere responsabili e saggi, se vogliamo continuare a far vivere bene la gallina dalle uova d’oro, quale è il nostro Turismo, evitando di mettere la gallina in pentola per una pantagruelica scorpacciata di poche ore. 
In un quadro in cui si discuta laicamente del futuro della città, della difesa delle sue radici, del suo decoro, della accessibilità, della qualità della vita, della sicurezza e del bello, credo che anche l’aumento della Tassa sul suolo pubblico per certi esercizi troverebbe i giusti consensi che ora scarseggiano.


Francesco colucci x Rinascimento Lucca  


mercoledì 11 ottobre 2017

Sgarbi e Tremonti: inizia il Rinascimento -

Tratto da Affari Italiani.it

Vittorio Sgarbi e Giulio Tremonti lanciano il loro movimento, si chiama Rinascimento e intende "rifondare" l'azione politica con "un partito che abbia riferimenti alti alla cultura italiana", come spiega il critico d'arte e polemista in conferenza stampa al Senato. 
In vista del voto quali alleanze? 
"Se questa legge elettorale (il Rosatelum bis, ndr) passa si sara' costretti a discutere i collegi uninominali", dice Sgarbi. 
A margine il senatore Paolo Naccarato (Gal), coordinatore politico nazionale di Rinascimento aggiunge: "Se la legge elettorale ci obbliga a fare coalizioni, nei collegi valuteremo sul momento con chi coalizzarci".
Il nome e' stato scelto, spiega Sgarbi, perche' nella necessita' di "liberarsi di un potere cieco" si fa riferimento "a un mondo in cui l'uomo e' protagonista, ed e' il Rinascimento italiano". 
Dobbiamo difendere "quello che e' il nostro petrolio", prosegue, la cultura e il patrimonio italiano, "in stato di abbandono criminale". La bellezza, auspica Sgarbi, "sara' difesa dallo Stato" e segnalando "l'idea cardine" e "riferimento costituzionale" del nascente partito annuncia l'intenzione di proporre "la mia riforma costituzionale" che prevede di "inserire la bellezza accanto al lavoro nell'articolo 1 della Costituzione". Non solo, il critico pensa anche a "un ministero del Tesoro dei Beni culturali sul quale investire quanto nella Difesa"

Intanto Rinascimento ha gia' il suo primo ddl, d'iniziativa Tremonti-Naccarato, il ddl 'Peppina' dal nome della pensionata sfrattata dalla sua piccola abitazione in legno a San Martino di Fiastra (Macerata) dove viveva dopo il terremoto perche' abusiva. 
Il testo, segnalano gli estensori, e' scritto in maniera comprensibile e in quattro striminzite righe dice solo che "per eccezione rispetto agli ordinari titoli edilizi" i prefabbricati per "la sopravvivenza delle popolazioni" delle aree terremotate "sono abitabili, non demolibili, non delocalizzabili" e pagano un eruo di imposta sostituiva l'anno. 
Il nascente partito e' anticipato da un libro che ha lo stesso nome del movimento, "ci sono politici come Renzi che diventano presidente del Consiglio poi scrivono un libro, noi facciamo l'opposto", aggiunge Giulio Tremonti che, memore delle polemiche del 2010 attorno a una sua dichiarazione aggiunge che nel volume "ho dovuto subire anche quella cosa che con la cultura non si mangia...". 
Oggi "siamo in una fase difficile da decifrare", prosegue Tremonti, quindi "ci concentriamo su 5 punti". 
  1. Il primo e' la cultura e si e' gia' detto,
  2.  il secondo e' "la rimozione del vincolo di autosottomisisone all'Europa" (pareggio bilancio, direttive come la Bolkestein, limiti al contante, trattato Ceta eccetera). 
  3. Poi c'e' l'abrogazione della "Lggi Bassanini" che "destrutturano e lottizzano lo Stato".
  4. Al quarto punto la "tregua legislativa" perche' "produciamo 12 km di leggi all'anno, il Codice appalti di Delrio da solo e' lungo 1,8 km ed e' cambiato 12 volte in 18 mesi": ecco perche' il 'ddl Peppina' e' cosi' breve e comprensibile. 
  5. Infine, "no allo Ius Soli" lanciando il "lasciamoli a casa loro con la detax" di un punto di Iva per le reti di volontariato da destinare all'Africa.
Su Lucca e la Lucchesia per avere informazioni Francesco Poggi e Francesco Colucci cell.3480533233





Il programma e la squadra di Rinascimento di Vittorio Sgarbi

Un articolo di Aldo Cazzullo pubblicato nei giorni scorsi su Corriere.it

Ha già la lista dei ministri. Presidente del Consiglio: sua sorella. Pare di vederlo, Vittorio Sgarbi, al Quirinale, tra i corazzieri, con la mano benedicente del capo dello Stato sulla spalla, che legge in favore di telecamere: a Palazzo Chigi, prima donna nella storia unitaria, Elisabetta Sgarbi. Alla Giustizia, la radicale Rita Bernardini. Agli Esteri un’altra donna: Samantha Cristoforetti. E invece un uomo, da definirsi, alle Pari opportunità. Alle Finanze, un finanziere: Francesco Micheli. Allo Sport, un altro tecnico inattaccabile: Gianluigi Buffon. Al Turismo, l’italiano più famoso al mondo: Andrea Bocelli (che è già molto impegnato, per cui Sgarbi pensa anche a Marisa Melpignano, proprietaria di una masseria di lusso in Puglia, che lo ospita volentieri). All’Istruzione, Geminello Alvi. All’Ambiente, Daniele Kihlgren, specializzato nel far rivivere gli antichi borghi. Al Commercio estero il miglior cuoco: Massimo Bottura. Alla Salute, la senatrice a vita Elena Cattaneo. Al Lavoro, l’imprenditore di Tecnogym Nerio Alessandri. Unico ministro uscente confermato: Marco Minniti agli Interni.
La squadra
Sgarbi annuncerà il governo ai giornalisti oggi, accanto al cofondatore del partito, che si chiama Rinascimento come il loro libro: Giulio Tremonti. Che sarà, va da sé, ministro del Bilancio e/o del nuovo dicastero in cui confluiranno il Tesoro e i Beni culturali (in alternativa Sgarbi vede Michele Ainis). Il programma è vasto: abolire le Regioni; puntare sui piccoli Comuni; dividere i grandi in comunità non superiori ai 200 mila abitanti; pensione a 65 anni per tutti, con possibilità di proroga a 75; «non costruire nulla prima che sia recuperato l’ultimo edificio storico in abbandono». Per lo Sviluppo economico il modello è Slow Food: pensare locale, agire globale; valorizzare le piccole patrie, la bellezza diffusa, i prodotti locali, le eccellenze periferiche.

Farinetti: «In ogni caso, gli starò vicino»
Diciamo la verità: in molti avevamo temuto che prima o poi Sgarbi sarebbe finito in galera. Perseguitato da centinaia di querele. Inseguito da almeno altrettanti mariti. Tenuto d’occhio dalla magistratura, di cui è fiero avversario dai tempi di Manipulite e Sgarbi quotidiani. Chiacchierato da colleghi e avversari (indimenticabile l’inno composto in suo onore, sulle note di Vecchio scarpone, da Roberto D’Agostino, con cui si scontrò fisicamente in tv: «Vecchio Sgarbone, quanti quadri hai rubato/ e quanti libri non si trovano più...»). Invece non soltanto è ancora a piede libero. È sopravvissuto a un mezzo infarto. Con D’Agostino ha fatto pace e lavorato a Sky Arte. Ed è stato sdoganato a sinistra, coccolato da RaiTre, pubblicato dalla casa editrice fondata da Umberto Eco (e diretta dalla sorella futura premier). Coerentemente, il governo Sgarbi apre alla gauche: Carlin Petrini alla Cultura e all’Agricoltura; il sindaco pd di Milano Beppe Sala ai Trasporti; Oscar Farinetti allo Sviluppo economico. Ma lei Farinetti non stava con Renzi? «Vorrei che il mio amico Vittorio continuasse a fare il mestiere in cui eccelle, il massimo divulgatore della bellezza italiana. In ogni caso, gli sarò vicino. Condivido pienamente la sua idea che il nostro Paese debba prendere la strada di un nuovo Rinascimento...».

Il ruolo di Tremonti
Non va sottovalutato neppure l’altro Revenant: Giulio Tremonti. Già premier ombra dei governi di centrodestra — Berlusconi badava alla politica estera e agli affari propri, Letta alle nomine, lui a quasi tutto il resto —, Tremonti orfano di Bossi non si ritrova nella Lega salviniana e porta le sue idee in Rinascimento. Tipo la riforma fiscale: esenzione totale fino a 12 mila euro, 15% fino a 36 mila, 25% fino a 500 mila, 30% fino a un milione, aliquota massima al 35. Qualcuno vedrà la sua impronta dietro massime immaginifiche tipo «sanità gratuita ma non per i malati immaginari», «riabilitare lo spettro della lira affiancandola all’euro e indicando il doppio prezzo dei prodotti», «riconoscere il merito e garantire i diritti, smascherare la finta meritocrazia, sostenere i senza merito e i bisognosi con un sussidio minimo garantito per non alimentare illusioni e false competizioni»; mentre la proposta di riaprire le case di tolleranza e andare a scuola alle 10 del mattino è quasi certamente di Sgarbi. Altri punti popolari: abolizione dell’autovelox, della patente a punti, dei limiti di velocità in autostrada. Inoltre — e questa è certamente di Sgarbi — «tutte le querele per diffamazione saranno risolte con multe non superiori ai cinquemila euro. “Capra” si potrà dire gratis».

Per lui la Difesa
Lunga la lista dei sostenitori, non si sa se convinti o semplicemente incapaci di dire no: Guido Roberto Vitale, Piergaetano Marchetti (che Sgarbi vorrebbe sottosegretario a Palazzo Chigi, anche se lui ancora non lo sa), Morgan, Odifreddi, Vissani, Alberoni, Abravanel, Cruciani della Zanzara, Luca Barbareschi, Buttafuoco. E ancora: Giancarlo Elia Valori, Guido Maria Brera, Giordano Bruno Guerri, Franco Maria Ricci. E le donne: Camilla Baresani, Caterina Balivo. Ma quale ministero terrà per sé il leader? Colpo di scena, se non di Stato: Sgarbi vuole la Difesa. Salvaguardia dell’unità nazionale? Piano di golpe sgarbista? Invasione della Libia e annessione dell’Albania? Restyling estetizzante delle divise?
Gli spazi

Eppure non c’è niente da ridere. Perché la disgregazione della politica, il discredito dei partiti, l’usura dei vecchi leader — e l’assetto proporzionale del voto — sono tali da aprire spazi. Le sorprese sono possibili; e una può essere Rinascimento. Tremonti, forse esagerando, è convinto che superare il 3% non sarà un problema. Del resto, nella campagna elettorale del 2013 esplose il fenomeno Oscar Giannino, che — poi ridimensionato dalla storia dei master fantasiosi — prese pur sempre 400 mila voti. E volete che Sgarbi vada peggio?